American Gothic Stagione 1 – Un riuscito guilty pleasure

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Lo ammetto. Ho iniziato a seguire American Gothic perché, fresca della fine di Banshee, non ero ancora pronta a lasciare andare Lucas Hood e il suo interprete, Antony Starr. Ed è proprio il suddetto attore neozelandese dallo sguardo magnetico a figurare tra gli interpreti principali di questo thriller-criminal drama che la CBS ha mandato in onda questa estate e che vanta nel cast un nome noto come Virginia Madsen, star di un certo appeal negli anni ’80 e vista di recente in Witches of East End.
La trama è semplice, ma intrigante: una ricca famiglia di Boston composta da una glaciale matriarca tutta d’un pezzo (la Madsen) e i suoi quattro figli (due uomini e due donne) si trova a fare i conti con l’oscuro passato familiare che ritorna e che si intreccia al presente e ad una sanguinosa scia di omicidi che un serial killer (il Silver Bells Killer) aveva lasciato dietro di sé anni prima.
Ma diamo un’occhiata più da vicino: Madeline Hawthorne (Virginia Madsen, Dune, Hell on Wheels) è la ricca e spietata moglie del danaroso imprenditore Mitchell Hawthorne, il cui decesso darà il via ad una spirale di bugie, intrighi e indagini investigative. Gli altri personaggi chiave sono i loro quattro figli: Garrett (Antony Starr), tornato a casa dopo anni di latitanza a seguito di un evento terribile e traumatico, è il figlio degenere e reietto, Cam (Justin Chatwin, già visto ne La Guerra dei Mondi) è il figlio artista tossico e problematico, Alison (Juliet Rylance di The Kinck) è la figlia ambiziosa e impegnata politicamente e, infine, Tessa (Megan Ketch, vista in Under the Dome) è la figlia minore ingenua e di buon cuore. A fare da contorno, ma non meno importanti, vale la pena citare personaggi quali Sophie (Stephanie Leonidas, Defiance), la problematica ex di Cam, il loro figlio altrettanto problematico Jack, e il detective Brady Ross (Elliot Knight, Once Upon a Time), che sarebbe il classico poliziotto ligio al dovere che si mette in testa di incastrare il serial killer di turno, con la differenza che lui è anche imparentato agli Hawthorne. Insomma, nulla di particolarmente innovativo, né di spoileroso in questa descrizione, dato che lo show ci presenta sin da subito dei personaggi molto definiti e caratterizzati: American Gothic, possiamo dire, vive di stereotipi, ma porta a compimento l’obiettivo di intrattenere per 13 episodi.
Non ci sono ancora notizie su un eventuale rinnovo di questa serie, ma di buono c’è che il finale, pur contenendo un piccolo spiraglio di appiglio ad un seguito, è alquanto soddisfacente se mai questo non dovesse arrivare: i retroscena sono svelati, il killer scoperto e i conti, presenti e passati, più o meno saldati. Che dire di più? American Gothic ha il pregio di fare compagnia senza pretese, con un cast azzeccato in cui non tutti gli attori brillano (in linea di massima sono onesti mestieranti e nulla più) e una storia un po’ trita che porta a sviluppi abbastanza inaspettati.
Nulla di troppo originale, insomma: la famiglia problematica con tanto di figliol prodigo, la matriarca pronta a tutto per difendere la prole e il buon nome di famiglia, il sadico serial killer e intrighi vari con un tocco di soap opera per tenere sempre alta l’attenzione. È chiaro che non stiamo parlando della serie dell’estate – titolo che, a mani basse, ha vinto e stravinto Stranger Things – ma siamo comunque di fronte ad un prodotto onesto che, con alti e bassi, mantiene ciò che promette.
Se cercate uno show che vi faccia passare un po’ di tempo in maniera spensierata e che sia un piacevole intrattenimento e nulla più, se amate le storie riguardanti intrighi familiari dove le carte vengono continuamente mischiate e se gradite il genere mystery, American Gothic fa per voi.

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American Gothic Stagione 1 - Un riuscito guilty pleasure, 7.0 out of 10 based on 1 rating

About Clizia Germinario

Clizia Germinario
Grande appassionata di cinema, serie tv e cucina, ha iniziato ad avvicinarsi al mondo dei telefilm a fine anni ’90, ma ne è diventata addicted solo diversi anni dopo. Non ha un genere preferito, pur avendo una spiccata predilezione per gli show (come i film, del resto!) che parlano di vampiri e licantropi o, più in generale, di sovrannaturale: non per niente il suo serial preferito è l’ineguagliato “Buffy the Vampire Slayer”.

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